I protocolli di terapia con onde d’urto sono molto utilizzati in ambito fisioterapico e ortopedico per trattare patologie muscolo-tendinee quali tendinopatie, epicondiliti, epitrocleiti, fasciti plantari, spina calcaneare, linfedemi cronici, calcificazioni ossee, periatriti, dolori miofasciali ma anche contratture muscolari e morbo di La Peyronie.
Le onde d’urto penetrano in profondità nei tessuti senza danneggiarli, attraverso meccanismi di pressione ad azione meccanica che stimolano i processi di guarigione dell’organismo e producono effetti anti-infiammatori. La forza di pressione esercitata può essere diversa a seconda della zona e della patologia da trattare, nonché dal numero di sedute eseguite.
Le sedute possono generare un fastidio da lieve a moderato, a seconda anche della sensibilità del paziente. La durata delle sedute varia a seconda del tipo di protocollo, in genere è comunque compresa tra gli 8 ed i 15 minuti. Normalmente, i protocolli prevedono un numero di 3 sedute ripetute a distanza di una settimana l’una dall’altra. A seguire, può in alcuni casi essere necessario un secondo ciclo di sedute a distanza di un mese dal primo.
I trattamenti con onde d’urto sono sconsigliati nei casi di gravidanza, emofilia, soggetti con pacemaker, lesioni tendinee, pazienti soggetti a trombosi e altri difetti di coagulazione del sangue, formazioni tumorali.
Applicazione estetica.
Attraverso l’utilizzo di specifici manipoli, le onde d’urto possono essere utilizzate con efficacia anche in ambito estetico, come ad esempio per trattare gli inestetismi della cellulite, soprattutto se combinati ad altri trattamenti di medicina estetica.